Che aspettative porti in campo?

Mi piacerebbe iniziare la serie degli articoli per la rubrica “Golf Mentale”  con un argomento che precede il gioco in campo e che lo condiziona pesantemente nel suo svolgimento:

le aspettative che ognuno coltiva e con cui si confronta

Per aspettativa intendo una richiesta impellente che molti giocatori fanno a sè stessi e che si presenta con frasi di questo tipo

  • Devi giocare sotto il tuo Hcp
  • Guai a te se sbagli questo colpo
  • Questo putt per il birdie va assolutamente imbucato
  • Non puoi andare in acqua

La voce interna che le dice è molto prepotente e determinata,  urla questi ordini che devono essere eseguiti.Vi sentite a vostro agio se avete vicino qualcuno che vi comanda e vi giudica continuamente per ciò che fate?

Le aspettative sono proprio questo: una parte di voi che dà ordini e fa da giudice severo.

Ecco come interferiscono e lavorano nella mente:

Quando il gioco o una sua parte non è all’altezza delle aspettative, si innesca il meccanismo del giudizio e del confronto, accompagnato da una serie di frasi che generalmente non incoraggiano ma piuttosto assegnano epiteti lapidari.

Prende piede la frustrazione e spesso viene perso ogni interesse per il resto delle buche da giocare. Le aspettative e la fiducia nel proprio gioco sono in stretta relazione e più le prime sono forti, più la fiducia tende a vacillare; vedremo più avanti come assieme a credenze limitanti, zone di confort e generalizzazioni le aspettative siano un pesante fardello che frena la capacità di gioco di ogni golfista.

L’effetto dannoso delle aspettative è quello di sottrarre concentrazione ed energie al gioco.

Mi viene in mente un golfista, col quale ho giocato  un giro in gara, che era molto teso per il suo risultato fin dalla prima buca: voleva assolutamente scendere di Hcp per poter partecipare ad un campionato importante due settimane dopo. E’ partito in maniera disastrosa ed ha giocato veramente male le prime tre buche compromettendo lo score finale, poi qualcosa è cambiato ed è uscito l’ottimo giocatore che era in lui:

aveva abbandonato le sue aspettative sul green della buca 3, ma non aveva gettato la spugna per le buche restanti.

La sua attenzione ora era libera di focalizzarsi solo su quello che gli serviva per giocare e che sapeva fare bene. Niente più giudizi severi, niente più richieste. Alla fine del giro gli ho chiesto come si sentiva rispetto alla  fiducia nel suo gioco, malgrado non fosse sceso di Hcp.

La risposta è stata che era soddisfatto di sè e della sua capacità di reagire ad una situazione difficile e frustrante.

Sono convinta che questa esperienza chiarisca come partire con  aspettative stringenti  di risultato predisponga a giocare sotto pressione e ad aumentare questa pressione fino alla frustrazione se le cose non vanno come si vorrebbe.

Come fare a parcheggiare le aspettative prima di giocare?

Si tratta sempre di una scelta volontaria e di un impegno che va portato fino in fondo. Prima di tutto chiedetevi e rispondetevi con onestà:

  • mantengo delle aspettative in termini di risultato o di statistiche da migliorare?
  • le persone che mi stanno vicine hanno delle aspettative riguardo alla mia performance?
  • queste aspettative mi preoccupano e aumentano la mia pressione?

Impegnatevi con voi stessi a non dare peso e attenzione a queste o altre aspettative che avrete identificato, ma piuttosto concentratevi su obiettivi di gioco semplici e controllabili.

Un esempio?

  • Il mio obiettivo di gioco per il giro di oggi sarà fare un buona routine su ogni colpo.
  • Invece di alimentare le aspettative per il risultato del giro o di una buca, concentratevi su ogni colpo, uno alla volta e preparatelo al meglio.

Provate ad andare in campo con un obiettivo di gioco e un obiettivo mentale e focalizzate tutte le vostre energie su di essi.

 

Mental Training Tips Inizio Stagione 2013

Ci siamo, un nuovo anno e’ iniziato: quali buoni propositi, progetti e nuove sfide affronteremo?

Ecco qualche spunto di mental training per un grande 2013 golfistico:

  1. Giocare dando attenzione a cio’ che posso controllare nella preparazione di ogni colpo (allineamento, obiettivo, ritmo), senza preoccupazione per il risultato della buca e per lo score finale
  2. Mettere a punto una buona routine che porti la concentrazione su cio’ che serve veramente per fare ogni colpo e per giocarlo con grande determinazione: porta fino in fondo la scelta di gioco che hai fatto, gioca con fiducia
  3. Usare la regola dei 10 passi: tanti sono a disposizione per chiudere col colpo appena fatto, nel bene e nel male. Rabbia, entusiasmo, ripensamenti devono esaurirsi entro 10 passi, quello che conta e’ liberare la mente per giocare al meglio il prossimo colpo
  4. Chiedersi quali aspettative si hanno riguardo al proprio gioco e se queste sono ragionevoli o portano frustrazione una volta in campo
  5. Allenarsi con obiettivi precisi per aumentare la fiducia nel proprio gioco:Il campo pratica deve essere un’opportunita’ per migliorare il gioco in campo, non un’attivita’ ripetitiva e monotona, dai spazio alla creativita’ negli allenamenti e sarai piu’ creativo anche in campo
  6. E quando le cose vanno davvero bene e si e’ a poche buche dalla fine……forza, metticela tutta e continua col tuo gioco fino in fondo, non c’e’ un limite a quanto bene si puo’ fare….il limite sta nei pensieri limitanti.
  7. E se le cose non vanno per niente bene? Chiediti: ho gettato la spugna? Oppure posso ancora tirar fuori qualcosa di buono da questo giro e trarne soddisfazione. Perche’ no?

Approfitta di questi mesi invernali per migliorare lo swing e la preparazione mentale, avrai un migliore avvio della stagione agonistica.

PAURA DI SBAGLIARE…NO GRAZIE!

>Preoccupazione di finire nel pericolosissimo lago della buca 16

>Salire sul tee dell’ultima buca e vedere solo il fuori limite in agguato

>Voler fare assolutamente un buon risultato per non deludere il maestro, i compagni di squadra o, peggio, i genitori

>Paura di rovinare le ultime buche di un giro giocato in maniera impeccabile

>Paura di fare brutta figura su quel green della 18 dove ti aspettano e ti guardano gli amici

Per dirla in breve: “paura di sbagliare

Bob Rotella nel suo libro “Golf is not a game of Perfect” ha scritto che il golf è giocato da esseri umani quindi è un gioco di errori; il golfista di successo sa come reagire ai suoi errori.

Qualunque giocatore di golf che abbia molta o poca esperienza ha certamente provato la frustrazione di un errore ripetuto o fatto al momento meno opportuno di un giro.

Il nocciolo della questione quindi non è “non devo sbagliare” ma piuttosto: “Come posso reagire positivamente ai miei errori?”

“Qual’è l’atteggiamento mentale che mi fa uscire dal ciclo vizioso: sbaglio, mi preoccupo, mi viene ansia, sbaglio di più?”

Il cardine dal quale parte la mia proposta è che ogni giocatore deve essere determinato nel perdonare i propri errori e deve concedersi il permesso di sbagliare. I “colpacci” sono parte integrante ed inevitabile del gioco, non un fallimento personale.

Attenzione a questo punto, perchè ho detto “accettare” che ben diverso da “subire”; infatti come reagite e quello che dite a voi stessi in questi momenti deve diventare la forza del vostro gioco e dipende solo dalla vostra volontà.

Ci sono delle aspettative che possono boicottare il vostro gioco come pensare che si può fare bene solo se si colpisce la palla perfettamente o che se si sbaglia nelle prime buche il giro è rovinato.

Non è vero che la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo, sono tutte convinzioni e generalizzazioni che possiamo scegliere di accogliere come scuse per buttare la spugna , oppure decidere volontariamente di avere un atteggiamento paziente e grintoso che permette di mettere in campo quello che sappiamo fare, senza essere d’intralcio a noi stessi.

Ecco le 5 mosse vincenti:

1)Avere un cassetto mentale nel quale chiudere a chiave i colpi sbagliati, in campo non avete nessuna possibilità di cambiare il passato. Potrete rivalutare questi colpi con maggiore lucidità una volta in club house e trarne spunti per migliorare il vostro gioco, per mirare gli allenamenti e le lezioni col maestro

2)Considerate l’errore come una sfida, non come una catastrofe. Questo è il momento in cui dovete parlare a voi stessi incoraggiandovi e non insultandovi. Alla fine di ogni giro annotate quello che vi siete detti nei momenti critici e valutate quali conseguenze ha avuto il vostro dialogo sul gioco, quali sono state le frasi che più vi hanno aiutato?

3)Sfruttare l’opportunità di usare un atteggiamento aperto a considerare nuove strategie di gioco per la buca, di mettere in campo i colpi che sapete fare. Solo così troverete soluzioni creative ed efficaci; badate bene, a volte saranno spettacolari a volte solo funzionali ad “uscire dai guai”

4)Orientare la vostra la vostra attenzione su ciò che potete controllare come la scelta del bastone, la scelta di un obiettivo ben definito a cui tirare, una buona routine pre-shot. “Non andare in bosco” è un messaggio che confonde. “Tira a quel punto preciso del fairway” è un’istruzione positiva ed efficace

5)Allenare tutti i colpi, anche quelli di recupero, quando programmate una sessione in campo pratica. Questo vi aiuterà a far crescere la sicurezza nel vostro gioco e vi permetterà di chiedere al vostro maestro un aiuto ben mirato ad imparare colpi nuovi o migliorare in una particolare area. Fate con lui un programma di allenamento a tappe, vi deve essere chiaro quando avrete raggiunto anche un piccolo successo che fa avanzare le vostre abilità.

La parola “resilienza” che oggi va di moda spiega bene questo comportamento che vi suggerisco: la resilienza è la capacità di un materiale di resistere alle sollecitazioni esterne senza spezzarsi e di ritornare alle sue caratteristiche iniziali.

Così l’atteggiamento di un buon golfista deve mantenere la fiducia nelle proprie capacità di gioco e la lucidità nelle scelte senza farsi travolgere dalle circostanze e senza rimuginare sul passato.

Il carattere esce rinforzato e trasformato positivamente quando reagisce alle situazioni difficili.

Camilla Dettori

Europei a Squadre Femminili Seniores 2012 Golf Club Lugano: vincono lo spirito di Squadra e la determinazione

Capitana: Silvia Valli
Francesca Christillin, Camilla Dettori, Guenda Moavero, Emanuela Gumirato, Giovanna Foglia
Foto CrisCasotti

Quali sono gli ingredienti che trasformano sei giocatrici in una Squadra?

Quando questa Squadra vince, qual’è la marcia in più?

Questa è l’esperienza che ho vissuto con le mie fantastiche compagne di gioco a Lugano.

Ognuna di noi ha portato il suo impegno e le sue caratteristiche di gioco, siamo state guidate da una Capitana fortissima e abbiamo investito tutte le nostre energie per trovare una buona strategia di gioco su un percorso molto impegnativo e pieno d’insidie.

Siamo partite tutte con un sogno nel cuore: essere tra le prime otto Squadre dopo i due giorni di qualifica, ma ci è stato chiaro che potevamo puntare a qualcosa di molto più ambizioso. Cito la Capitana: “una medaglia e …di un bel colore”

Il nostro rituale di preparazione alla gara ci ha unite ed ha aumentato la fiducia reciproca; ognuna di noi si è messa in gioco raccogliendo e facendo suo il senso di responsabilità e la  disponibilità verso le altre, e la determinazione ad andare fino in fondo per prenderci quello che sapevamo di meritare.

Questa Squadra ha vissuto un’esperienza di “Flow”, in altre parole abbiamo trovato quella “Zona” speciale in cui il gioco funziona senza sforzi e controllo, le cose accadono come le abbiamo pensate, il divertimento e il piacere intrinseco sono parti essenziali e la speranza è sempre accesa anche quando la strada si fa in salita.

Cito alcune di noi:

“Ho iniziato il giro soffrendo, poi ho capito che dovevo giocare per divertirmi e tirare i colpi in scioltezza”

“Quando ho tirato il colpo decisivo del mio match alla 18, ero certa che fosse un colpo perfetto, poteva solo finire in asta”

“Adesso chiudi il match e prenditi il punto che ti spetta!”

“Quando saremo in campo, non giocheremo mai da sole e per noi stesse, siamo parte di una Squadra!”

“Vai e tira questo colpo che hai nel cuore…è il tuo colpo…metticela tutta…come và, và”

Cosa dire del mio gioco?

E’ stata un’ulteriore conferma che l’atteggiamento mentale fa la differenza.

Una routine ben strutturata, mi ha fatto imbucare i putt più importanti

Accettare e reagire agli errori fatti, è stato decisivo per mantenere la determinazione a non mollare e mi ha permesso di tirare i colpi più belli nel momento critico del match, quando le avversarie pensavano di aver vinto.

La capacità di concentrarmi e di rilassarmi mi ha facilitato il gioco sotto pressione.

La gioia di aver portato, assieme alla mia compagna di foursome, un punto all’Italia in finale è stato il coronamento di tutti gli sforzi.

Siamo state una Squadra unita e determinata, in altre parole: una “Squadra d’Oro”

Mental Training Bogogno Junior Golf School

Fabrizio Sintich e Camilla Dettori hanno presentato:                                             

pastedGraphic.pdf

Mental Training Bogogno Junior Golf School Primavera 2012

Quattro incontri più uno con i genitori per introdurre i ragazzi della Bogogno Junior Golf School all’allenamento mentale.

pastedGraphic_1.pdf      Credo nei miei sogni?

Goal setting, definizione delle caratteristiche degli obiettivi

pastedGraphic_2.pdfImparo ad arrabbiarmi

Self talk, confronto con l’errore

pastedGraphic_3.pdfLa mia testa è sul collo? Acchiappo i miei pensieri

Concentrazione, consapevolezza dei distrattori e come gestirli

pastedGraphic_4.pdfChe golfista hai dentro?

Test sull’atteggiamento mentale. Aspettative, autostima

pastedGraphic_5.pdfCon i genitori: “Camminando con i figli sulla strada dello sport”

Le quote d’ iscrizione al Mental Tarining saranno interamente devolute all’Associazione: “Golf per la Vita”

http://www.asdgolfperlavita.it/

pastedGraphic.pdf www.camilladettori.it

 

Talento nel golf: ricerca e sviluppo

 

Presso il Circolo Golf Bogogno, in concomitanza col Campionato Italiano Medal maschile e femminile, ho riunito autorevoli esponenti del golf italiano  e del mondo della Psicologia per dare vita ad un dibattito sulle modalità di ricerca e sviluppo del talento golfistico.

La serata ha visto la partecipazione di un pubblico di appassionati provenienti da vari Circoli: il confronto è stato serrato e sono emerse specifiche priorità per affinare la gestione sportiva, per facilitare lo sviluppo dei talenti emergenti e, perchè no, per riflettere sulle impostazioni del proprio gioco.

E’ stata dedicata particolare attenzione all’avviamento al golf dei più piccoli all’interno dei Club dei Giovani, alle modalità di accompagnamento nella loro crescita di atleti/e adulti tenendo presente che  alcuni di loro potrebbero in futuro intraprendere la carriera del professionismo.

Sono state trattate la preparazione Atletica e quella Mentale come argomenti trasversali che toccano tutte le fasi della vita sportiva di un golfista.

Giorgio Bordoni ha portato come testimonianza  la sua ultima esperienza di lavoro con i giovani Under14 più promettenti,  commentando come li ha individuati nelle visite di ogni club dei Giovani della Regione Piemonte e come sta lavorando con loro per stimolarli e far crescere in loro la passione e il divertimento per il gioco che sono i presupposti indispensabili per avere successo.

Alberto Binaghi con la sua storia di giocatore del Tour, di allenatore della Nazionale maschile ed in particolare di Matteo Manassero,  ha rivissuto le tappe della crescita sportiva di un ottimo giocatore che ha fatto il salto di qualità verso il professionismo ed è diventato un Campione. Quanto è importante la disponibilità, la competenza e l’umiltà di un maestro che vede il potenziale in un giocatore non ancora  affermato? Alberto ha condiviso con i presenti la sua esperienza ed ha sottolineato l’importanza della presenza del Maestro al fianco dell’allievo sul campo di gara per poter osservare e gestire la performance sotto pressione.

Massimo Messina, preparatore atletico di Matteo Manassero e della Nazionale di golf, ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’aspetto atletico nella formazione di un giocatore. La sola componente tecnica specifica non è sufficiente per affrontare gare di più giorni, bisogna avere seguito un programma di preparazione fisica personalizzato per mantenere lucidità anche nei momenti di fatica e di pressione.

Isabella Maconi, Consigliere Federale e Staff Solheim Cup, ha richiamato l’attenzione sulla recente formazione della Squadra di Proettes che difenderà l’Europa alla Solheim Cup. La Capitana ha voluto formare un gruppo compatto ed omogeneo che dia vita ad una Squadra affiata per sfidare le giocatrici USA.

Il senso di appartenenza e l’identificazione nel gruppo sono gli elementi che danno forza alla Squadra.

Che ruolo ha la preparazione mentale nella nascita di un campione?

Marisa Muzio, Docente Universitaria di Psicologia dello Sport, ha portato la sua esperienza e la ricerca sviluppata  con atleti e con campioni olimpici.

Ha sottolineato come focalizzare un giovane giocatore sulla performance più che sul risultato numerico, generi capacità di concentrazione, consapevolezza dei propri mezzi e passione per lo sport destinata a durare nel tempo.

Lo strumento da tempo riconosciuto di massima efficacia per disporre di una fotografia delle caratteristiche mentali ed attitudinali di un giocatore è la Flow State Scale, che permette di testare l’atleta in vari momenti della sua vita sportiva e agonistica. Con la lettura di questo test si mette a punto un piano d’azione che tenga conto dei  punti di forza e delle aree di miglioramento e che si avvalga della sinergia con il Maestro ed il Preparatore Atletico.

In conclusione si è arrivati ad evidenziare una multidimensionalità del Talento golfistico che richiede professionalità e disponibilità da parte dei Maestri, molta fiducia e collaborazione da parte dei genitori che affidano i loro figli alle Scuole di Golf e che non dovrebbero sostituirsi al Professionista.

Una buona gestione della logistica è indispensabile perchè i ragazzi possano accedere alle Gare Giovanili; la formazione di Squadre di Circolo affiatate e animate da una sana competitività genera senso di appartenenza e piacere di stare assieme.

Grande attenzione va dedicata ai più piccoli che stanno sviluppando la loro fiducia in sè stessi, quindi ben vengano le gare con tee avanzati che permettono di raggiungere il green nei colpi regolamentari, le gare di putt e di approcci e quelle in cui la precisione conta più della potenza. Piccole tappe raggiungibili e alla loro portata, permetteranno ai più giovani di sentirsi all’altezza del gioco e li stimoleranno ad affrontare sfide via via più stimolanti per arrivare ad essere Campioni che stanno bene con sè stessi e sono capaci di performare sotto pressione in gara.

Vedo la Tavola Rotonda di Bogogno come un primo incontro  che ha affrontato argomenti da approfondire in altre occasioni future e che pone il nostro Circolo, oltre che come un prestigioso percorso di Campionato, come un polo di riferimento per lo sviluppo della Cultura dello Sport.

A cura di:

Camilla Dettori

Vicepresidente GC Bogogno